QUANDO SOTTOPORSI A UNA PROTESI DI GINOCCHIO
Molti pazienti vivono nell’incertezza di sottoporsi ad un intervento di sostituzione articolare.
COSA SI DEVE SAPERE QUINDI PRIMA DI PROCEDERE CON L’INTERVENTO CHIRURGICO
1. È indispensabile discutere le finalità e gli obiettivi dell’intervento. La chirurgia protesica ha come obiettivo eliminare il costante e invalidante dolore dell’artrosi. Avere aspettative differenti, come la risoluzione di altri sintomi, il tornare ad attività abbandonate da anni, migliorare la performance sportiva rischiano di risultare fuorvianti
2. I risultati non sono immediati, ma va recuperata l’autonomia il prima possibile.
Negli anni sono migliorato molto le tempistiche con cui si raggiungono i primi obiettivi: camminare con le stampelle senza dolore, essere indipendente nelle attività di vita quotidiana. Esistono però tempi biologici di guarigione e benessere dei tessuti che non sono modificabili e possono richiedere tempi più lunghi
3. “Mi hanno detto già 10 anni fa che dovevo fare una protesi”
Esiste anche negli ortopedici non specialisti di questo argomento la tendenza a considerare la chirurgia protesica come l’ultima spiaggia. È in realtà un opportunità da sfruttare al meglio. Perchè rimandare un intervento che può migliorare la qualità della vita?
Se altre terapie non danno benefici e il dolore è costante perchè e cosa si aspetta?
4. Ogni caso va analizzato attentamente, considerando tutti i fattori che possano influenzare la soddisfazione finale del paziente. L’intervento chirurgico sostituisce la superficie articolare danneggiata e consumata. Non risolve i disturbi di altre articolazioni, i vizi posturali, non migliora la forza muscolare, non rende meno pigri, di umore migliore, più allenati.
5. Per un risultato ottimale si deve essere valutati e visitati ripetutamente, per migliorare costantemente le problematiche che possono emergere, per capire e gestire i sintomi dolorosi che possono essere percepiti.
L’analisi del dolore è fondamentale. Nei pazienti operati è un atteggiamento comune ricondurre tutte le problematiche cliniche alla protesi. Possono sovrapporsi dolori muscolari, vascolari, neuropatici, tendinei che nulla hanno a che vedere con l’intervento, che vanno trattati e eliminati..
6. È fondamentale affidarsi a un centro specializzato. Il primo a conoscere bene intervento, decorso post-operatorio, risultati, pianificazioni pre- operatorie deve essere il chirurgo e il suo staff.
7. Esistono chirurgie più o meno invasive di altre? La chirurgia deve essere sempre il meno invasiva possibile. Rispettare i tessuti e minimizzare i danni è un dogma imprescindibile. Non va dimenticato però che il bene e fine ultimo è il benessere del paziente, che deve essere duraturo e perpetuato nel tempo. Non esistono evidenze scientifiche che spingano a privilegiare, soprattutto per la chirurgia dell’anca, una via chirurgica rispetto all’altra. Meno invasivo non deve essere sinonimo di più complicanze.
L’intervento protesico deve essere il più definitivo possibile, senza dover ricorrere ad altri interventi in futuro.
8. Quanto durano le protesi? Non hanno una data di scadenza. Le articolazioni da carico come anca, ginocchio e caviglia, dovendo lavorare sotto il peso del corpo sono soggette ad usura. Questo fenomeno colpisce sia le articolazioni normali che protesizzate. La velocità con cui le componenti si consumano dipende da più fattori: peso corporeo, attività, salute del tessuto osseo periarticolare. È obbligatorio utilizzare componenti protesiche che garantiscano risultati brillanti e certificati a lungo termine. Allo stesso tempo è necessario sottoporsi a controlli annuali per verificare radiograficamente che la nuova articolazione protesizzata mantenga le caratteristiche necessarie al suo benessere.
9. Non è necessario provare dolore. L’utilizzo di farmaci e delle tecniche più avanzate per la gestione del dolore post-operatorio è indispensabile. Per questo motivo è fondamentale lavorare in sinergia con il servizio di anestesia per favorire un pronto, rapido e indolore recupero.
10. Esistono svariate condizioni per cui sottoporsi a questo intervento. Ognuna con le sue caratteristiche. Per questo motivo i risultati tra pazienti possono essere diversi e non vanno confrontati tra loro